Ogni dichiarazione in sede di verifica fiscale può costituire una prova diretta, non indiziaria.

Corte di Cassazione, sezione V, sentenza n. 20979 del 16 ottobre 2015.

Un ufficio dell’Agenzia delle Entrate aveva applicato la percentuale di ricarico (20%) riportata dai verbalizzanti in sede di ispezione, ma ciò aveva fatto perché era stata concordata in contraddittorio con la parte nel corso della verifica fiscale.
La Suprema Corte ha affermato quindi che vale, pertanto, il principio logico-giuridico che l’accettazione da parte del contribuente, in contraddittorio con i verbalizzanti, di una data percentuale di ricarico può essere apprezzata come confessione stragiudiziale risultante proprio dal processo verbale sottoscritto e, quindi, tale da legittimare l’accertamento dell’ufficio (Cass. 5628/1990 e 1286/2004). Così come ogni dichiarazione del legale rappresentante può costituire prova non già indiziaria, ma diretta del maggior imponibile eventualmente accertato nei confronti della società, non bisognevole, come tale, di ulteriori riscontri (Cass. 28316/2005, 9320/2003, 7964/1999).
accertamento dichiarazione verbale prova diretta Cass20979_16102015

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