Consiglio di Stato, sez. atti norm., parere 19 giugno 2017, n. 1458
La Sezione Consultiva per gli Atti Normativi ha reso il parere sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante la nuova disciplina regolamentare dell’Analisi dell’impatto della regolamentazione (AIR), della Verifica dell’impatto della regolamentazione (VIR) e della consultazione sugli atti normativi delle amministrazioni statali.
Oltre a formulare rilievi sulle singole disposizioni contenute nello schema, il Consiglio di Stato ha valutato positivamente lo sforzo compiuto dalla Presidenza del Consiglio nell’individuare sia le criticità dell’attuale prassi applicativa dei tre strumenti di qualità della regolamentazione (AIR, VIR e consultazione) sia i possibili rimedi da introdurre in via normativa. In particolare, tra i pregi dello schema regolamentare vanno segnalati:
– l’unificazione di tutta la disciplina dell’AIR, della VIR e della consultazione, anche allo scopo di favorire l’integrazione tra detti strumenti nell’ambito di un approccio ‘circolare’ alla regolamentazione;
– le specifiche previsioni in materia di programmazione dell’attività normativa;
– l’affermazione del principio di proporzionalità delle analisi, mediante la ridefinizione dei casi di esclusione e di esenzione delle iniziative da sottoporre all’AIR;
– l’introduzione di una innovativa disciplina specifica e semplificata dell’AIR per i decreti-legge;
– la nuova disciplina generale delle consultazioni nell’ambito dell’AIR e della VIR;
– l’estensione della VIR a provvedimenti connessi onde valutare gli esiti applicativi di un’intera policy;
– il rafforzamento della partecipazione delle amministrazioni al processo ascendente di elaborazione delle iniziative normative promosse dalle istituzioni dell’Unione europea, al fine di valutarne gli effetti a livello nazionale.
Al contempo il Consiglio di Stato, dopo aver richiamato i principi affermati nei molti pareri resi in materia di qualità della regolamentazione, si è soffermato sulle aree di permanente criticità delle analisi normative, rilevando la necessità di:
– mantenere costante nel tempo l’attenzione alla qualità della regolamentazione, attraverso un continuo affinamento dei rimedi normativi, organizzativi e formativi;
– investire massicciamente sul cambiamento “culturale” delle burocrazie nell’approccio agli strumenti della better regulation;
– istituire uffici ai quali assegnare personale specializzato, provvisto delle indispensabili competenze tecniche per l’effettuazione di approfondite analisi normative, soprattutto di carattere quantitativo;
– rafforzare il raccordo, di natura circolare e reiterativa, tra l’AIR, la VIR e la consultazione;
– introdurre nelle analisi normative gli strumenti concettuali della “behavioural regulation”;
– inserire meccanismi di sanzioni reputazionali per le amministrazioni che non ispirino la propria attività normativa ai principi della qualità della regolamentazione;
– valorizzare il “regulatory budget” di cui all’art. 8, l. n. 180 del 2011;
– curare le analisi di “fattibilità” delle soluzioni normative elaborate;
– sfruttare al meglio la funzione di garante neutrale della qualità delle regole svolta dal Consiglio di Stato nell’esercizio della funzione consultiva.