Corte di Cassazione sez Penale, sentenza n. 8554 dep 3 marzo 2021
Nel fare corretta applicazione di tali approdi, la Corte di appello ha giudicato le espressioni pronunziate da X come idonee ad intimorire la persona offesa, data la loro chiara accezione minacciosa, l’atteggiamento risoluto dell’imputato e le condizioni ambientali in cui la vicenda si colloca, che le caratterizzavano, ex ante, come dotate di una portata coartante.
Non solo: al giudizio circa l’idoneità astratta delle espressioni e del contesto ad intimorire il destinatario, la Corte territoriale ha affiancato la percezione che di dette affermazioni ha avuto la Y, che ha riferito di avere avvertito di avere subito una prepotenza e che le fosse stato messo ‘un bavaglio“. Del pari corretta è la scelta della Corte territoriale di reputare ininfluente che l’azione non abbia sortito l’effetto — nella specie perché la Y ha scelto aliunde di non pubblicare la parte dell’intervista più scottante — giacché il giudizio va effettuato ex ante ed a prescindere dall’atteggiamento della vittima.