In questo post cerco di evidenziare alcune coordinate giuridiche sul tema spinoso che ha visto contrapporsi varie fazioni.
Il Servzio Sanitario Nazionale (SSN) deve erogare a tutti le prestazioni sanitarie? Sì, il nostro SSN deve garantire le prestazioni sanitarie a “tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalita’ che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio” (art. 1 comma 3 L 833/1978)
Tutte le prestazioni sono gratuite? No, poichè, come l’esperienza comune ci insegna, alcune prestazioni sono parzialmente o totalmente a pagamento. Infatti il c.d. ticket che noi spesso paghiamo per prestazioni ambulatoriali, farmaceutiche e altre, è una compartecipazione alla spesa sanitaria da parte del cittadino beneficiario della prestazione
Ma il SSN non dovrebbe essere già finanziato? In gran parte il SSN viene finanziato con oneri a carico della fiscalità generale. Alcuni prelievi tributari non hanno nessuna relazione con il SSN, ma lo finanziano indirettamente. Per esempio, con le entrate dello Stato viene finanziato in gran parte il Fondo Sanitario Nazionale (FSN). Altri tributi hanno un vincolo di destinazione, per esempio il contributo SSN che paghiamo con l’assicurazione. Altri tributi, infine, sono invece versati direttamente dal beneficiario della prestazione (es. ticket, come anticipato sopra, che è un contributo).
Ma chi lo decide chi e cosa deve pagare? Essendo in gran parte tributi e contributi, tale decisione spetta al legislatore, che deve decidere con legge o atto avente forza di legge (decreto legge o decreto legislativo), secondo le proprie scelte di politica fiscale, economica e sanitaria.
Può il legislatore decidere arbitrariamente chi deve pagare? Può decidere di far pagare i brutti, oppure i biondi, ecc..? Ovviamente la risposta è no. Ogni legge deve rispettare il principio di uguaglianza stabilito dalla Costituzione (art. 3):” Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali“
Allora con quali criteri il legislatore può decidere chi paga il SSN? Il principio fondamentale è certamente la capacità contributiva di cui all’art. 53 della Costituzione:”Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Infatti oggi avviene così, in quanto il FSN viene finanziato principalmente dalle entrate tributarie, che sono prelievi effettuati in ragione della capacità contributiva di ogni cittadino
Oltre alla capacità contributiva, sono stati applicati altri criteri per pagare le prestazioni del SSN? Certamente sì, e il ticket sanitario ne è un esempio lampante. Il ticket non serve a pagare per intero la prestazione, ma, appunto, è una compartecipazione alla spesa sanitaria, cioè il cittadino mette una parte, il resto lo mette lo Stato.
Quali criteri il legislatore ha applicato per il ticket sanitario? Il ticket è l’applicazione a livello legislativo di un mix di criteri: per esempio si applica su alcune prestazioni soltanto (per esempio ambulatoriali), di solito più a rischio di inappropriatezza. Quindi per cercare di limitare la richiesta di prestazioni del SSN inappropriate (cioè non appropriate secondo criteri scientifici al caso specifico), il legislatore ha scelto di onerare chi richiede alcune prestazioni con un pagamento. Tuttavia il legislatore ha tenuto conto anche della capacità contributiva, esonerando taluni dal pagamento del ticket per motivi di reddito. Altre esenzioni sono riconosciute per motivi di carattere sanitario. Quindi il ticket si applica tenendo conto di una pluralità di criteri, tra cui appropriatezza, capacità contributiva e motivazioni sanitarie.
Venendo al dunque: è possibile fare pagare le cure ai novax, per esempio facendo pagare i ricoveri? Fare pagare per intero la prestazione, soprattutto ospedaliera, sarebbe quasi un unicum nell’ordinamento giuridico italiano. Pagare per intero una prestazione ospedaliera è possibile nel nostro ordinamento, ma per libera scelta dell’assistito, non certo per imposizione. Sì consideri che un ricovero può costare anche diverse migliaia di euro.
Allora non è possibile orientare le scelte degli assistiti facendo pagare le cure? Il legislatore, come detto prima, in alcuni casi ha previsto il pagamento del ticket sanitario. Altro esempio lampante è il ticket che si paga per le prestazioni non urgenti in pronto soccorso (c.d. codici bianchi), nato per scoraggiare gli assistiti dall’usufruire del pronto soccorso per prestazioni non urgenti. Il medico non può rifiutare la prestazione, che quindi viene erogata, ma il beneficiario paga il ticket.
Ma i novax esercitano il diritto di rifiutare un trattamento sanitario, diritto tutelato dalla Costituzione, non chiedono prestazioni inappropriate! In alcuni casi il legislatore ha previsto il pagamento del ticket anche per orientare gli assistiti verso scelte più responsabili nei confronti della comunità, seppur scelte legittime. È il caso di farmaci generici. Quando il SSN offre un farmaco generico, l’assistito può ben scegliere di ritirare il farmaco “branded” (quello conosciuto con un determinato nome commerciale), ma, essendo identica la molecola e gli effetti, dovrà pagare la differenza di prezzo.
Quindi sarebbe legittimo introdurre un ticket per le prestazioni ai novax? Sì, potrebbe essere una delle opzioni quella di fare pagare un ticket per le prestazioni ospedaliere per un ricovero Covid-19 correlato, esentando tutti coloro che sono vaccinati o sono esenti da vaccinazione, garantendo così la libertà di scelta, ma cercando di evitare di far pagare alla collettività un prezzo troppo alto