Il 1° marzo 2022, a Roma, nell’Aula delle Sezioni riunite della Corte dei conti (Viale Mazzini 105), alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle più alte cariche istituzionali, ha avuto luogo la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2022.
Tra le relazioni, quella della Procura della Corte dei Conti, e, all’interno di questa, l’interessante contributo in materia di danni erariali nella Sanità, da parte del Vice Procuratore Generale Paola Briguori e del Vice Procuratore Generale Nicoletta Quarato.
Tra i casi esaminati:
- per la Regione Lazio, istruttorie e azioni risarcitorie per le conseguenze post operatorie o post partum;
- i casi in Umbria di malpractice, riguardanti tra l’altro l’errata sterilizzazione dello strumentario;
- i casi in Emilia Romagna di maltpractice, tra cui la citazione nei confronti di due medici ospedalieri per malpractice sanitaria, per aver trattato radiologicamente per ventidue sedute consecutive il seno sbagliato della paziente
- casi di danno per violazione da parte del medico della violazione del regime di esclusiva e per incompatibilità
- altre condotte dannose svolte dal personale del settore sanitario, per esempio in tema di vaccinazioni;
- il danno causato dalla mala gestio delle risorse disponibili in ambito sanitario, tra cui:
- presso molte Procure regionali, tra cui quelle del Lazio, del Veneto, del Trentino-Alto Adige, sono tuttora in corso numerose indagini relative ad acquisti di materiale sanitario privo delle necessarie certificazioni di idoneità;
- indagini relativi a beni da distribuire gratuitamente alla popolazione durante l’emergenza, nonché di arredi scolastici;
- l’indagine relativa ad una denuncia nei confronti di alcuni dirigenti di azienda sanitaria che avevano vietato al personale sanitario, all’esordio dell’epidemia da COVID-19, di proteggersi con mascherine chirurgiche;
- indebiti rapporti tra un componente della Commissione per l’aggiudicazione e l’impresa che si è aggiudicata l’appalto;
- in un appalto per la manutenzione di aree verdi di un’azienda sanitaria, il dirigente preposto alla struttura determinava, falsamente, la superficie che doveva essere sottoposta a manutenzione in oltre 103.000 metri quadrati, contro una superficie reale di cui ad un precedente appalto, di circa 77.000 metri quadrati.