Mafia Capitale: ridotto il danno erariale da disservizio

Corte dei Conti, Prima Sezione Centrale d’Appello, sentenza n. 9 del 13 gennaio 2023

Con la sentenza impugnata la Sezione Giurisdizionale regionale per il Lazio, ha condannato per complessivi euro 2.796.597,91 i Sig.ri ….per il danno da disservizio asseritamente cagionato al Comune di Roma Capitale, conseguente alle condotte illecite poste in essere nell’ambito delle vicende relative al presunto asservimento di interi settori dell’amministrazione comunale romana ad interessi privati emerse per effetto della relazione dei lavori della Commissione di Accesso su Roma Capitale istituita dal Prefetto Gabrielli e dell’indagine penale denominata “Mondo di Mezzo”.

Sulla scorta di quanto emerso, ben può assurgere a fattispecie di danno la richiesta risarcitoria formulata dal requirente. La giurisprudenza contabile ha, infatti, escluso la possibilità di computare nel danno da disservizio le cd. “spese di indagine”, solo qualora le stesse riguardino attività effettuata nell’ambito dell’ordinario svolgimento delle attività d’ufficio, quali quelle poste in essere da organi di polizia giudiziaria (cfr. Sez. III Terza Giursidiz. App., 30 dicembre 2020, n,239). Tuttavia, nel caso di specie la richiesta ha ad oggetto i maggiori costi del personale, sostenuti dall’amministrazione comunale per poter evadere le richieste dell’autorità giudiziaria e per la complessiva riorganizzazione della macchina amministrativa.

Con riferimento al quantum il Collegio, ritiene che alla luce del petitum formulato dalla Procura regionale – limitato alle sole ore di straordinario riconosciute al personale impiegato ed all’aumento del costo di personale conseguente agli eventi sopra indicati – ed alla luce dei dati prodotti in giudizio, non vi sia spazio né per un’ulteriore richiesta istruttoria, né per una condanna in via equitativa.

Con riferimento agli altri elementi appaiono pienamente fondate le contestazioni formulate dalla difesa sia in relazione all’estrema genericità del dato riportato che con riferimento all’impossibilità, alla luce della richiesta risarcitoria formulata, di computare nell’alveo del danno risarcibile l’attività svolta nel corso delle ore di lavoro ordinario.
La Corte quindi accoglie parzialmente gli appelli di….e, per l’effetto, ridetermina in € 84.008,50 l’importo della condanna

Comments are closed.