Anche in un caso accertato di malpractice medica, per il danno erariale deve essere provata la specifica condotta colposa dei sanitari

Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per l’Umbria, sentenza n. 11 del 10 febbraio 2023

Con atto di citazione depositato in data 12 gennaio 2022, la Procura regionale ha esposto che la Regione Umbria ha riportato un danno indiretto, a seguito del pagamento di 800.000,00, a titolo transazione stragiudiziale, per il risarcimento di un caso di malpractice medica; danno derivato dalla nascita con complicanze, in data 15 aprile 2004, di un neonato affetto da gravissime invalidità, avvenuta a dire a causa della non corretta esecuzione della procedura di parto e per colpa grave dei quattro operatori sanitari equipe.

Il Collegio, però, ha osservato che la Procura non ha individuato, in relazione a ciascuno dei convenuti, come sarebbe stato suo onere fare, la specifica condotta antidoverosa assunta come causativa del danno, limitandosi ad osservare che si tratterebbe di una omissione, poiché una condotta appropriata, e qui mancata, avrebbe scongiurato pregiudizievole ai danni della paziente e, quindi, il circostanze anomale che avrebbero impedito ai convenuti percezione circa il necessario adempimento dei predetti obblighi .

Dalla difettosa tenuta della cartella clinica (nella specie peraltro indimostrata), inoltre, non si può presumere una responsabilità professionale del medico o delle altre convenute, né la sussistenza del nesso causale tra la condotta colposa del sanitario e il danno, ove non risulti provata la idoneità di tale condotta (che viene apoditticamente definita come imperita negligente ed imprudente in relazione a tutti i convenuti) a provocare il danno, né una colpa grave.

Lo stesso consulente tecnico di parte dott. X ha ammesso che ci sono molte cause di paralisi cerebrale, con insorgenza che vanno dal periodo pre-concezionale fino ad un punto fissato in modo arbitrario a 24 mesi di età , tra cui può capitare Un evento ipossico sentinella (segnale) che avvenga immediatamente prima o durante il travaglio . Per cui non risulta neppure dimostrato se il danno insorse durante il parto o fosse riconducibile ad una sofferenza fetale antecedente al travaglio.

La domanda è pertanto infondata.

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