Corte dei Conti, sezione giurisdizionale del Veneto, sentenza n. 10 del 26 febbraio 2023
La dott.ssa X, assistente sanitaria per le vaccinazioni dell’Azienda sanitaria trevigiana, in diverse occasioni non aveva eseguito le vaccinazioni previste per l’infanzia.
La sanitaria è stata impegnata in sedute vaccinali presso i centri di Treviso, dal 25.1.2016 all’8.6.2016. In estrema sintesi risulta che la dott.ssa X ha prestato servizio in 46 sedute vaccinali coinvolgendo 1.019 bambini durante le quali si sarebbero dovute somministrare 1.420 dosi di farmaco.
Già con l’emanazione della sentenza penale n. 399/2022 del Tribunale di Udine (per il periodo di lavoro svolto a Udine) con condanna alla reclusione per anni 8 e mesi 6, mentre la Corte dei conti sez. Friuli-Venezia Giulia ha accertato la responsabilità amministrativa contabile della convenuta con sentenza n. 213/2021 condannandola al pagamento di euro 550.000,00.
La mancata somministrazione dei vaccini ha causato un danno patrimoniale diretto costituito dal costo che l’Azienda sanitaria veneta ha dovuto sostenere per la ripetizione dei vaccini della campagna di richiamo profilattico, che avrebbe evitato se la convenuta avesse fatto il suo dovere in modo esatto e puntuale.
Inoltre, le stesse condotte contestate alla convenuta in questo giudizio hanno causato un danno patrimoniale da disservizio consistente nel costo sostenuto dall’Azienda sanitaria per ripristinare il corretto funzionamento dell’apparato pubblico sociosanitario compromesso dalla condotta illecita dell’infermiera.
Sia la qualificazione che la preparazione professionale specifica della convenuta sono prova che le condotte omissive, oggetto di questo giudizio, sono state poste in essere con coscienza e volontà anche in relazione agli effetti consequenziali della mancata vaccinazione. In questo caso il dolo si caratterizza dalla consapevolezza e dalla volontà di omettere le corrette pratiche vaccinali occultandone i risultati agli utenti e all’amministrazione di appartenenza, con una serie di condotte illecite sistematicamente reiterate nel tempo. L’ammontare del danno complessivamente determinato dalla Procura erariale è pari ad €. 79.395,42, suddiviso nelle seguenti poste di danno:
A. danno patrimoniale diretto di €. 43.226,22 rappresentato dal costo che l’Azienda sanitaria ha dovuto sostenere per la ripetizione dei 1158 vaccini della campagna di richiamo profilattico;
B. danno patrimoniale da disservizio di €. 36.169,20 rappresentato dal costo complessivamente sostenuto dall’Azienda sanitaria per ripristinare il corretto funzionamento dell’apparato pubblico sociosanitario compromesso dalla condotta illecita dell’infermiera infedele.
Pertanto, ritenuti sussistenti tutti gli elementi essenziali della responsabilità amministrativa-contabile, la convenuta va condannata al pagamento, in favore dell’Azienda ULSS n. 2 Marca Trevigiana, della complessiva somma di €. 79.395,42,