Per conto della Procura europea (EPPO), la Guardia di Finanza ha eseguito un provvedimento di congelamento fino a 20 milioni di euro, in un’indagine che coinvolge la società pubblica che gestisce il servizio idrico a Palermo.
L’istruttoria è partita dopo che la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha sporto denuncia all’EPPO, riguardante un contratto di finanziamento concesso all’azienda pubblica del comune di Palermo incaricata della gestione della distribuzione dell’acqua potabile e della rete fognaria dell’intera provincia.
Nel 2020 la società pubblica ha ricevuto dalla BEI un prestito di 20 milioni di euro, finanziato dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) e garantito dall’Unione europea. Il contratto di finanziamento, firmato il 20 dicembre 2017, riguardava un programma di investimenti per la produzione di acqua potabile e il trattamento delle acque reflue.
Secondo l’indagine, tuttavia, la società avrebbe deliberatamente omesso informazioni dalla BEI che avrebbero dimostrato la sua non conformità alla normativa ambientale, come richiesto per l’ottenimento del prestito.
Nello specifico, tra il 2017 e il 2020, il gestore dell’acqua pubblica ha commesso gravi e reiterate violazioni delle norme ambientali, che hanno portato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo a nominare, in data 26 maggio 2021, un commissario giudiziario per il Dipartimento Ambiente e Depurazione della società. C’è stata anche, successivamente, richiesta di rinvio a giudizio dei responsabili.
La mancata comunicazione di tali fatti ha impedito alla BEI di svolgere accertamenti atti a confermare il rispetto da parte della società delle condizioni per l’ottenimento del finanziamento.
Il reato indagato è quello di indebita percezione di erogazioni pubbliche, aggravato dal fatto che gli indagati sono pubblici ufficiali.
Su richiesta dell’EPPO, in data 15 maggio 2023 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo ha emesso un provvedimento di congelamento nei confronti di tre pubblici ufficiali e dell’azienda pubblica, fino all’importo di 20 milioni di euro, al fine di recuperare i danni a il bilancio dell’UE.