Nel mese di marzo le aziende sanitarie e le Regioni hanno terminato l’aggiornamento dei dati relativi al IV trimestre 2017 (c.d. IV CEPA), cioè i dati provvisori sui risultati di bilancio del 2017.
Bisogna premettere che la legge finanziaria per l’anno 2005, all’art. 1, c. 174, ha istituito la procedura annuale di verifica dell’equilibrio dei conti sanitari regionali. A partire dal modello CE “Riepilogativo regionale” relativo al IV trimestre, viene esaminato il risultato di esercizio di ciascun Servizio sanitario regionale al fine di accertare la presenza o meno di un disavanzo; in quest’ultimo caso, si procede all’analisi della idoneità e congruità delle misure di copertura predisposte dalla Regione per monitorare il rispetto dell’obbligo di dare integrale copertura ai disavanzi regionali.
La verifica dell’equilibrio dei conti sanitari regionali avviene nei mesi di febbraio-marzo dell’anno successivo a quello di riferimento del bilancio, in concomitanza con le comunicazioni, ai fini del rispetto dei parametri di Maastricht, dell’Istat ad Eurostat. Ulteriori verifiche vengono effettuate successivamente sul consuntivo
Inoltre la finanziaria 2016 (in particolare i commi 524-530 dell’art. 1 della legge n. 208/2015), prevede che le aziende sanitarie (che erogano prestazioni di ricovero e cura) che presentano uno scostamento tra costi e ricavi pari o superiore al 7 per cento, o, in valore assoluto, pari ad almeno 7 milioni di euro, devono presentare alla propria Regione un piano di rientro triennale.
Fatta questa premessa, vediamo i risultati (provvisori) delle Regioni e delle aziende sanitarie.
Tra i risulati migliori, vediamo in testa Regioni in piano di rientro, cioè Lazio, Sicilia, Campania, con avanzi importanti (624, 147 e 143 milioni). Non sappiamo se questi dati verranno confermati o a cosa sono dovuti, ma tali sono i dati.
Più verosimile il dato della Regione Veneto (+18 milioni), cui segue quelli della Regione Piemonte e Basilicata (+13 e +11).
Tra le Regioni maggiormente in deficit, troviamo Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sardegna (-15, -63 e -148 milioni)
Tra le aziende sanitarie, quelle che superano i 100 milioni di deficit, ne troviamo due del Lazio (Forlanini e Umberto I), una della Toscana (Toscana Centro) e una del Veneto (Serenissima). Vi è subito da dire che la Regione ha la facoltà di sottocapitalizzare le aziende sanitarie, per poi “recuperare” il deficit in sede di consolidato regionale, mediante risorse proprie, spesso delle gestioni sanitarie accentrate. Quindi i risultati negativi potrebbero anche essere la conseguenza di una sottocapitalizzazione, e non di una cattiva gestione
Per chi vuole avere tutto il quadro dei risultati delle aziende sanitarie, in allegato troverà tutto l’elenco.
risultati aziende sanitarie 2017