Corte di Cassazione, sentenza n. 18744 del 13 luglio 2018
La dipendente aveva usufruito di n. 6 giorni di permesso ai sensi della legge n. 104/92 nei giorni 23, 24, 27, 29, 30 e 31 dicembre del 2008 per assistere la madre e la zia, entrambe portatrici di handicap, mentre in realtà, in data 30 dicembre del 2008, si era trovata a Playa de Amadores – Gran Canaria da dove aveva spedito una cartolina indirizzata al responsabile del proprio ufficio ed ai colleghi.
Rilevava la Corte territoriale, convenendo sul punto con la ricostruzione fattuale del giudice di primo grado, che: – la dipendente aveva chiesto di usufruire di un periodo di ferie (dal 23 al 31 dicembre 2008) e solo a ridosso del già prenotato viaggio tali ferie non le erano state concesse; – aveva inutilmente provato a disdire il viaggio presso l’agenzia e quindi aveva chiesto di beneficiare dei permessi ai sensi della I. n. 104/1992; – aveva inviato al suo stesso superiore e ad altri colleghi varie cartoline dalla Spagna; – la vicenda del viaggio alle Canarie era emersa perché con una busta anonima era stata recapitata al responsabile regionale della struttura di recapito una di tali cartoline.
Riteneva, quanto all’assunto della lavoratrice secondo cui il comportamento posto in essere le era stato suggerito dal suo direttore (cui la medesima si era rivolta per rappresentare che non era possibile disdire il viaggio e per insistere nella richiesta di concessione delle ferie, come del resto avvenuto con altre colleghe), che detto direttore, escusso in qualità di testimone, a distanza di poco tempo dall’accadimento dei fatti, si fosse significativamente trincerato dietro frasi del tipo ‘non ricordo’ o ‘non sono in grado di ricordare’. Riteneva che i fatti fossero connotati da un profilo soggettivo che mal si adattava ad una ‘dolosa adibizione a ferie di un periodo di permesso’.
Ciò, evidentemente, rende del tutto plausibili le conclusioni cui i giudici di appello sono pervenuti e la circostanza di cui al rilievo priva di quella valenza di ‘tassello mancante’ di cui sopra si è detto, cioè di un atteggiamento doloso.