Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sentenza del 4 maggio 2023, nella causa C-300/21
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Anche alle Università si applica il Codice del consumo, quindi le condizioni di recesso devono essere trasparenti e la giurisdizione è inderogabile
Condannato il colpevole del data-breach di Twitter e diversi tentativi di cyber estorsioni a varie celebrità
DOJ USA, comunicato del 9 maggio 2023
Un cittadino inglese è stato dichiarato colpevole dalla corte di New York di cyberstalking e del data-breach di Twitter del 2020
Continue readingResponsabilità della PA: il Consiglio di Stato fa il riassunto
L’accesso alla posta elettronica del dipendente cessato è sempre illecito
Il risarcimento per l’ingiusta durata del processo può essere foriero di danno erariale
Il diritto di accesso del consigliere comunale non può essere “tiranno” nei confronti di quello della privacy
La dichiarazione tardiva sull’assenza di cause di incompatibilità e inconferibilità non rende la nomina efficace ab initio
Polizze delle strutture e dei professionisti sanitari: il Consiglio di Stato ha espresso il parere sul decreto ministeriale
Contratti finanziari e bancari e clausole abusive: le Sezioni Unite stabiliscono i principi delle fase monitoria, esecutiva e di cognizione
L’inadempimento contrattuale e l’omessa informazione al cliente sullo stato della pratica costituiscono illeciti deontologici di carattere permanente
Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 106 del 25 giugno 2022
In tema di prescrizione, occorre distinguere tra le violazioni deontologiche aventi carattere istantaneo da quelle che si concretizzano in una condotta protratta nel tempo, poiché per le prime il dies a quo del termine prescrizionale è rappresentato dalla commissione del fatto, mentre per le seconde esso va individuato nella data di cessazione della condotta medesima.
Una violazione deontologica deve essere considerata di carattere istantaneo se la lesione avviene, si consuma e diviene irreparabile già con la commissione del fatto dannoso, mentre è invece di carattere permanente se il pregiudizio al valore protetto cessa col venir meno della condotta.
Conseguentemente, il mancato pagamento di somme dovute a terzi così come l’omessa informazione al cliente sullo stato della pratica costituiscono illeciti permanenti/continuati in quanto omissivi.