Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 231 del 31 ottobre 2023
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L’assunzioni di incarichi contro una parte già assistita, è vietata a prescindere dall’utilizzo di informazioni del precedente incarico
La qualifica di piccolo imprenditore agricolo non è incompatibile con l’iscrizione all’albo degli avvocati
L’avvocato può richiedere un compenso maggiorato in caso di mancato pagamento spontaneo, solo ove ne abbia fatto espressa riserva
Il termine di prescrizione dell’infedele patrocinio decorre dal nocumento al cliente, non dal momento del fatto
La procura dell’Agenzia della riscossione all’avvocato del libero foro è invalida in difetto di specifica delibera motivata.
L’avvocato esterno del Comune non può diventare Responsabile dell’ufficio legale, e il relativo incarico è nullo
L’inadempimento contrattuale e l’omessa informazione al cliente sullo stato della pratica costituiscono illeciti deontologici di carattere permanente
Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 106 del 25 giugno 2022
In tema di prescrizione, occorre distinguere tra le violazioni deontologiche aventi carattere istantaneo da quelle che si concretizzano in una condotta protratta nel tempo, poiché per le prime il dies a quo del termine prescrizionale è rappresentato dalla commissione del fatto, mentre per le seconde esso va individuato nella data di cessazione della condotta medesima.
Una violazione deontologica deve essere considerata di carattere istantaneo se la lesione avviene, si consuma e diviene irreparabile già con la commissione del fatto dannoso, mentre è invece di carattere permanente se il pregiudizio al valore protetto cessa col venir meno della condotta.
Conseguentemente, il mancato pagamento di somme dovute a terzi così come l’omessa informazione al cliente sullo stato della pratica costituiscono illeciti permanenti/continuati in quanto omissivi.