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Se la scelta transattiva è ponderata, allora resta il nesso causale tra la malpractice e il danno
Anche per il danno erariale, la colpa va divisa in modo paritario tra medico e struttura sanitaria
La Corte dei Conti ricorda che in caso di gestione dei sinistri a carico di un fondo regionale, l’amministrazione danneggiata è la Regione, non l’ASL
Se la garza è dimenticata nell’addome, risponde di danno erariale tutta l’equipe medica che ha operato
Il direttore sanitario risponde di omicidio da colpa di organizzazione, se non attua le dovute misure organizzative
Responsabilità sanitaria/colpa medica: la legge Balduzzi era più favorevole o no? La parola alle Sezioni Unite
Il procedimento ha ad oggetto il reato di lesioni colpose a carico di medico specialista in neurochirurgia; e si discute tra l ‘altro dell’osservanza delle linee guida in tema di trattamento della sindrome da compressione della coda equina.
Nella materia è recentemente intervenuto a la legge 8 marzo 2017 n. 24 che ha abrogato la previgente disciplina introdotta dalla legge n. 189 del 2012.
L’innovazione ha suscitato rilevanti dubbi interpretativi su un tema di grande rilievo; e nella giurisprudenza di questa Sezione è insorto un significativo contrasto.
Secondo una pronunzia (n. 28187 del 20 aprile 2017) la previgente disciplina era più favorevole poichè aveva escluso la rilevanza penale delle condotte connotate da colpa lieve in contesti regolati da linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica, mentre quella sopravvenuta ha eliminato la distinzione tra colpa lieve e colpa grave ai fini dell’attribuzione dell’addebito, dettando al contempo una nuova articolata disciplina in ordine alle linee guida che costituiscono il parametro per la valutazione della colpa per imperizia in tutte le sue manifestazioni
Secondo altra recente sentenza (n. 50078 del 19 ottobre 2017), invece, la nuova disciplina è più favorevole, avendo previsto una causa di esclusione della punibilità dell’esercente la professione sanitaria “operante, ricorrendo le condizioni previste dalla disposizione normativa (rispetto delle linee guida o, in mancanza, delle buone pratiche clinico-assistenziali adeguate alla specificità del caso) nel solo caso di imperizia, indipendentemente dal grado della colpa”.
La radicale diversità delle interpretazioni e le rilevanti implicazioni applicative potrebbero rendere necessario l’urgente intervento delle Sezioni unite.
L’incompletezza della cartella clinica apre la strada alla prova presuntiva a sfavore del medico
Corte di Cassazione, sez. 3, sentenza n. 22639 del 8 novembre 2016 Continue reading
In mancanza (o insufficienza) di consenso informato il trattamento sanitario è sicuramente illecito, anche se nell’interesse del paziente; l’onere della prova è a carico del medico
Corte di Cassazione, sezione terza, sentenza n. 19213 del 29 settembre 2015 Continue reading