Il decreto milleproroghe ha “sospeso” tutte le sanzioni in materia di mancato rispetto degli obblighi di trasparenza. E sottolineo tutte.
Infatti all’art. 1 comma 7 del d.l. 162/2019 si legge:
7. Fino al 31 dicembre 2020, … ai soggetti di cui all’articolo 14, comma 1-bis, del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, non si applicano le misure di cui agli articoli 46 e 47 del medesimo decreto”
I “soggetti di cui all’articolo 14, comma 1-bis sono:” i titolari di incarichi o cariche di amministrazione, di direzione o di governo comunque denominati, salvo che siano attribuiti a titolo gratuito, e per i titolari di incarichi dirigenziali, a qualsiasi titolo conferiti, ivi inclusi quelli conferiti discrezionalmente dall’organo di indirizzo politico senza procedure pubbliche di selezione.”
Le misure di cui all’articolo 46 concernono: 1. L’inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente e il rifiuto, il differimento e la limitazione dell’accesso civico, al di fuori delle ipotesi previste dall’articolo 5-bis,
Quindi, ai dirigenti e amministratori pubblici non si applicano le sanzioni per inadempimento agli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente.
Nessun’altra specificazione è data.
L’art. 47 commina poi sanzioni in materia di mancata pubblicazione e comunicazione delle retribuzioni, dei redditi e dei patrimoni dei dirigenti. Anche queste sanzioni, per fugare ogni dubbio, sono sospese.
Se da una parte era necessario un intervento legislativo a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato illegittimo una piccola parte della normativa sulla trasparenza, sospendere le sanzioni per le violazioni di tutta la normativa sulla trasparenza è chiaramente fuor di luogo.
Ricordiamo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato incostituzionale, sollecitando l’intervento del legislatore, soltanto l’applicazione indiscriminata ai dirigenti dell’obbligo previsto dalla lettera f) del comma 1 dell’articolo 14 del d.lgs. 33/2013 (pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi e dei patrimoni).
Aveva esplicitamente fatta salvo la restante parte dell’art. 14 (pubblicazione delle retribuzioni dei dirigenti), e nemmeno era stato oggetto del giudizio la restante parte del d.lgs. 33/2013.
Sospendere tutte, ripeto tutte, le sanzioni per la violazione di tutti gli altri obblighi sulla trasparenza, francamente, mi sembra fuor di luogo.
Non penso che sia una disattenzione.
Questo ci riporta indietro di dieci anni, quando la Legge 18 giugno 2009, n. 69 stabiliva per la prima volta l’obbligo di pubblicazione delle retribuzioni dei dirigenti.
Ora siamo tornati indietro, di oltre dieci anni.